martedì 21 dicembre 2010

Una storia per Natale

 UFFAAAAAAAAAAA  cari piccoli amichetti è tornata quella cosa bianca e fredda che mi si ferma sul nasone e mi da fastidio e resta pure per terra che se corro e galloppo due volte su tre scivolo come un can-salame e la mamy mi prende in giro ufff è vero che i miei antenati eran cani da pastore ma io non mi chiamo Nebbia e non porto la botticella da soccorso al collo,anche se un giorno dal ferramenta mi hanno chiamato San Bernardo,dice lo zio marco vet che io sono un Tacick Cialtrondio Croato,razza rarissima di cui io son l'unico esemplare e come tale cialtroneggio e buffoneggio,

Comunque ,la cosa bianca mi dicono che si chiama neve ed ai bimbi piace molto,perchè si possono fare i pupazzi di neve e allora vi racconto la storia di un pupazzo di neve che si chiama Sony ,l'ha scritta un paio di natali or sono la mia umana dedicandola ad un nostro amichetto .

Sony un pupazzo unico .
Quell'anno nevicò presto ,era solo la metà di Novembre .
Per Matteo era comunque una novità,sapeva della neve ma non l'aveva mai vista da vicino,per i
primi anni della sua vita aveva vissuto in un paese caldo e lontano dai freddi inverni della Pianura
Padana.
Era un venerdì mattino e attraverso la tapparella semi -abbassata filtrava una strana luce bianca,si
alzò dal lettino e corse alla finestra ,vide tutto ammantato di bianco e corse a chiamare il papà.
-Papà !Papà!Nevica !Vieni a vedere...
Il padre si alzò e prendendo in braccio Matteo si affacciò alla finestra,dandogli un bacino su una
guancia gli disse:
-Oggi vacanza !Niente scuola!Immagino che il traffico sarà allucinante,del resto è Venerdì.
Matteo ne fu contento,anche se la scuola gli piaceva parecchio.
Fecero colazione e poi si vestì,nonostante i suoi sei anni era un bimbo indipendente e poi da due
anni vivevano soli lui ed Andrea. il padre,dopo che la madre lo aveva lasciato perchè innamorata di
un altro uomo con cui si era trasferita nel Nord Europa.
Andrea aveva quindi deciso di tornare a vivere nel Nord Italia,portando con sè il figlio ,nella zona di
cui era originario e che aveva lasciato a vent'anni per girare il mondo e poi fermarsi su un isola
greca dove aveva continuato la sua attività di scultore.
Verso le dieci c'erano circa trenta cm di neve e continuava ,all'improvviso Andrea ebbe un'idea che
sarebbe piaciuta a Matteo:
-Vieni andiamo a fare un pupazzo di neve!
Prese dal garage una pala e una spatola abbastanza grossa e cominciò ad accumulare neve in un
angolo del giardino ,Matteo guardava scettico quel mucchio informe,non sembrava per nulla un
pupazzo di neve,non come quelli che aveva visto fotografati o disegnati ,ma comunque aveva
fiducia nel suo papà ed attendeva curioso.
Poco per volta Andrea aveva dato forma alla panciona del pupazzo e poi la testona tonda.
-Ora manca un espressione allegra!gli disse il papà,andiamo a prendere gli occhi ed il naso.
Tornarono in casa a cercare un tappo in sughero che Andrea dipinse di rosso,poi prese una sciarpa
da un armadio e tornarono fuori,da un albero taglio dei rami di media lunghezza e li ripulì lasciando
alcuni rametti al fondo di ognuno ,a simulare le dita.
-E gli occhi dove sono?-chiese Matteo.
-Giusto ! Vai a prendere una manciata di sassi nel vialetto.
In pochi minuti il papà aveva sistemato le braccia , i sassolini a fare la bocca e gli occhi con il tappo
nel centro della palla che era la testa; la sciarpa gli dava un tocco estremamente chic,con il suo color
blu cobalto.
Matteo lo guardava contento,era il suo primo pupazzo di neve,poi il papà gli fece anche una
fotografia accanto a Sony,così aveva chiamato il suo amico di neve.
Nel pomeriggio dovettero uscire per fare delle compere e videro altri pupazzi di neve.Matteo si
fermava e con sguardo severo valutava l'esecuzione ed il risultato degli altri ed immancabilmente gli
sovveniva che il suo era davvero bello .
Nei giorni seguenti Matteo passava spesso a trovare Sony e gli raccontava alcune cose buffe
accadute a scuola ,alla sera si affacciava alla finestra e gli dava la buona notte.
Poi un giorno il vento caldo cominciò a sciogliere Sony: Matteo corse in lacrime dal papà
chiedendogli di fare qualcosa.
-Matteo non si può fare nulla,il tuo Sony lo sapeva di essere qui per pochi giorni,ora deve andare ma
vedrai che tornerà alla prossima nevicata.
Passò circa un mese ed una notte cominciò a nevicare fitto fitto,Andrea si alzò presto e rifece il
pupazzo di neve nel medesimo luogo in cui c'era stato Sony,poi andò a svegliare Matteo per
farglielo vedere.
Matteo mostrò entusiasmo e ancora prima di fare colazione volle uscire a trovare l'amico,lo salutò e
diede un grosso bacio al suo papà.
Rientrarono ,fecero colazione e poi Matteo andò nella sua camera ,guardò la foto che lo ritraeva
accanto a Sony e gli sussurrò:
-Lo so che non potevi tornare ,ho fatto finta di credere per non deludere il papà,ma tu sei il mio
primo pupazzo di neve,non ti dimenticherò mai,anche se nella vita ne avrò altri

4 commenti:

  1. Caro Tont la neve oltre che ai bimbi piace anche ai grandi! Io adoro quando nevica (sempre se devo restare in casa ^_^)
    Invece odio la pioggia... e qui continua a piovere ininterrottamente!! uffa!!!

    bacioni e auguroni a tutti voi
    eli

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  2. Che meraviglia, il primo pupazzo è come il primo amore!
    O la morale è che il primo amore è il primo dei "pupazzi"???
    Ma te pensa che strampalate questioni esistenziali mi faccio io a Natale, ma son bacata dentro!? Lo stress??? La "meno"???
    O proprio sono ingiustificabile!
    Buon Natale a te, JT e tutti gli Elfi del tuo cerchio magico!
    Cathy

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  3. Ma c'abbiamo un'elfa scribacchina e poetessa!
    Me l'ero persa questa lieve fiaba, hai fatto bene a linkarmela :-)
    Un abbraccio a te, al tuo Tont...e alla neve che spero non scenda nei paraggi di casa mia (non è cosa bella, mettersi a spalare alle 4.30 del mattino :-)!)
    Bacione!

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